venerdì 15 novembre 2013

16 Novembre Legambiente alla Manifestazione Terra dei Fuochi

Roma, 15 novembre 2013       Comunicato stampa

Legambiente presenta cifre, dati e numeri
delle rotte del Nord nella  Terra dei Fuochi

dal 1991 al 2013 
censite  82 le inchieste per traffico di rifiuti ,  915 ordinanze di custodia
cautelare, 1.806 denunce, coinvolte ben 443 aziende

In 22 anni sversati nella Terra dei Fuochi circa 10 milioni di tonnellate di veleni,
oltre 410mila camion che hanno viaggiato verso le province di Napoli e
Caserta

Adelphi, Caronte, Cassiopea, Chernobyl,  Ecoboss, Giudizio Finale,
Madre Terra,
Paccotto, Re Mida 
Ecco il dizionario dell'Ecocidio nella Terra dei Fuochi

16 novembre a Napoli nel #fiumeinpiena
Legambiente: “Per archiviare finalmente questa triste stagione.
Il territorio deve tornare a vivere”



Adelphi, Black Hole, Caronte, Cassiopea, Chernobyl, Dirty Pack, Ecoboss, Falena, Giudizio Finale, Houdinì,  Madre Terra  Matrix, Nerone, Nolo, Old Iron, Partenope, Quattro Mani, Re Mida,Terra Mia, Tre Ruote, Ultimo Atto. In ventidue anni di Rifiuti Spai viene  scritto il primo “Dizionario dell'ecocidio nella Terra dei Fuochi”. Dietro ogni singola  voce del dizionario dell'ecocidio c'è un' inchiesta  contro la “Rifiuti Spa” con rotte illegali che partono da ogni dove e trovano la loro meta finale  sempre e solo nella Terra dei Fuochi, nelle province di Napoli e Caserta.  Nomi fantasiosi ma evocativi, nomi in codice dati dagli inquirenti, che Legambiente ha tradotto  in numeri e che tracciano le rotte della Terra dei Fuochi, in vista della manifestazione promossa dal movimento  #fiumeinpiena con adesione di comitati, associazioni, studenti che si svolgerà domani sabato 16 novembre a Napoli. Numeri – denuncia Legambiente – che raccontano  l'ecocidio  in atto  nella Terra dei fuochi: dal 1991 al 2013  sono state censite ben 82 le inchieste per traffico di rifiuti che hanno incanalato veleni da ogni parte d’Italia per seppellirli direttamente nelle discariche legali e illegali della Terra dei Fuochi, gestite  della criminalità organizzata  casertana e   napoletana; inchieste concluse con 915 ordinanze di custodia cautelare, 1.806 denunce, coinvolgendo ben 443 aziende: la stragrande maggioranza di queste ultime con sede sociale al centro e al nord Italia. In questo quarto di secolo- prosegue Legambiente- lungo le rotte dei traffici  illeciti, è viaggiato di tutto: scorie derivanti dalla metallurgia termica dell’alluminio, polveri di abbattimento fumi, morchia di verniciatura, reflui liquidi contaminati da metalli pesanti, amianto, terre inquinate provenienti da attività di bonifica. E ancora rifiuti prodotti da società o impianti, noti nel panorama nazionale, come quelli di petrolchimici storici del nostro Paese: i veleni dell'Acna di Cengio,  i residui dell’ex Enichem  di Priolo, i fanghi conciari della zona di Santa Croce . In ventidue anni sono stati smaltiti  nella Terra dei Fuochi, tra la provincia di Napoli e di Caserta ,circa 10 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni specie. Un tir, secondo gli inquirenti, è in grado di trasportarne 25 tonnellate alla volta. Circa 410.905 camion carichi di rifiuti hanno attraversato mezza Italia terminando il loro tragitto nelle campagne del napoletano  e nelle discariche abusive del casertano. Soltanto l’inerzia diffusa delle istituzioni, la «disattenzione» di chi doveva controllare,e una fitta rete di collusioni e omertà possono aver consentito «l’invisibilità» di una colonna di decine di migliaia di tir. 

Un crimine in piena regola – dichiara Rossella Muroni, direttore generale di Legambiente -. Oggi però, grazie all'impegno di magistrati, forze dell'ordine e cittadini, conosciamo i responsabili e le aziende coinvolte in questi traffici dalle conseguenze devastanti. Le responsabilità, che vengono da un passato trentennale, sono enormi – prosegue Rossella Muroni - e intrecciano i rapporti tra imprenditoria del nord, camorra e politica, a partire dalla fine degli anni Ottanta. La gravità della situazione e l’urgenza di dare risposte efficaci, troppo a lungo rimandate, richiede uno sforzo congiunto di tutti. Vogliamo che sia archiviata finalmente la triste stagione della Terra dei fuochi e che il territorio possa tornare a vivere e credere nel futuro”.
Ottantadue inchieste che in questi 22 anni raccontano, in definitiva, di un sistema criminale mafioso-imprenditoriale che s’è potuto muovere agevolmente grazie alla protezione e complicità di una rete di colletti bianchi, uomini politici, funzionari pubblici, massoni e  faccendieri di ogni risma. Un sistema ecomafioso, come l’ha definito Legambiente a partire dal 1994, che ha fagocitato ogni cosa e creato le premesse per l’accumulazione di un potere economico che ha inquinato ogni aspetto del vivere civile di quei territori.
“Davanti a questi numeri- denuncia Michele Buonomo, presidente Legambiente Campania- le parole sono diventate stanche,  mascherano le responsabilità, le incompetenze e le complicità della politica e delle amministrazioni in tutti questi anni. Chi perseguirà su questa strada, chi ancora per una volta assisterà inerme e in silenzio e non trasformerà i tanti annunci  di questi decenni in provvedimenti concreti si dovrà assumere in pieno la responsabilità e, prima o poi, dovrà renderne conto alle vittime invisibili sempre più numerose di questo disastro.” 

Ricostruire le rotte dei traffici, approfondire l’esame di quanto è già stato accertato dalla magistratura e dalle forze dell’ordine vuole essere un contributo di verità e giustizia  nei confronti dei tanti onesti cittadini campani che vogliono riscattare il proprio territorio e affermare i principi di legalità e trasparenza. Una speranza, questa, che vorremmo si realizzasse il più presto possibile.  Per fermare le illegalità e l’ecomafia è necessario  dare risposte efficaci, troppo a lunghe rimandate, che richiedono uno sforzo congiunto di tutti. Vanno in questo senso le proposte elaborate insieme da Legambiente, Libera e Fiom: rendere pubblica e aggiornare l’attività di mappatura e censimento dei siti contaminati; avviare una sistematica e puntuale attività di campionamento ed analisi dei prodotti ortofrutticoli ed alimentari;reperire risorse e predisporre strumenti certi ed efficaci per la messa in sicurezza e la bonifica delle aree inquinate,  individuare un piano sanitario pubblico specifico per le zone colpite dagli sversamenti e dichiarate ad alto rischio di tumori, anche al fine di informare la popolazione su precauzioni da osservare; sostenere una rete di aziende e soggetti pubblici che promuovano e difendano la Campania pulita; predisporre un piano di riconversione delle aree contaminate basato sulle tecniche no food e sulla fitoremediation.;introdurre nel Codice Penale i delitti contro l’ambiente, istituire in Campania, a partire dalla Terra dei fuochi, un Osservatorio tecnico scientifico indipendente che accompagni questa lunga e difficile stagione di affermazione della legalità e di risanamento ambientale.
 

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