mercoledì 17 maggio 2017

Il cedro del Libano alla stazione di Perledo-Varenna

Il cedro del Libano alla stazione di Perledo-Varenna: 120 anni per crescere un giorno per morire.
Un albero è un albero è un albero

Il taglio di un albero centenario sano e ben piantato può essere considerato su diversi piani e da diversi angoli di visuale.
- L'autorità non ha condiviso la decisione con i cittadini.
- I motivi non sembrano fondati e credibili.
- Il passaggio delle carte sui tavoli delle diverse autorità di controllo appare più di forma che di sostanziale verifica.
- Si perde un patrimonio collettivo naturale e storico.
- Il lutto sofferto dai molti a cui l'albero appartiene.
Ognuno di questi aspetti può essere messo in parole da chi analizza, da chi accusa, da chi si difende, da chi argomenta, da chi racconta, da chi si lamenta.
C'è qualcuno però che non ha le parole per reagire, per cercare una ragione, per chiedere giustizia, per lanciare un'invettiva: è l'albero che prima svetta imponente, dipinge il cielo con il tronco e i rami, ospita uccelli e canti, concede la sua ombra e il prezioso ossigeno, poi d'un tratto è aggredito, mutilato, fatto a pezzi, impotente, a terra, smembrato. Qualcuno con mezzi meccanici si è accanito su di esso senza pietà, senza sentire la sua vita. Che inutilmente si perde.
Certo noi tagliamo le piante grandi e piccole per nutrirci, scaldarci e costruire ripari e attrezzi. Per questo siamo loro grati e abbiamo cura di sostituirli e piantarne quanti più possiamo.
Ma abbattere in tutta fretta in un giorno un albero sano che ha impiegato centoventi anni a crescere, senza ascoltare chi tenta di fermarci la mano, a questo si può arrivare soltanto se si è perso il contatto con la vita. La vita dell'albero che è anche la nostra vita.
15 maggio 2017
Costanza Panella
Presidente Circolo Legambiente Lario Sponda Orientale





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